Nella ferita innocente del mio sonno

Camminavo sulla sabbia
della terra dei venti,
lasciavo che i miei sguardi
d'ombra e di pensiero
si incrociassero agli sguardi
di pellegrini e viandanti.
Ero davanti alle pietre
di una chiesa senza nome,
dove giardini decadenti
nascondevano angeli scolpiti
che sembravano guardarmi.
Ero clandestina in lacrime,
col silenzio di passi devoti
a sentieri solitari.
Avevo riversato
il dolore della memoria,
nelle mie mani
giunte in preghiera.
Avevo perso di vista
il senso,
la magia
e ogni chimera.
Avevo dimenticato
di guardare
le albe dell'Oriente,
dopo le stelle di notti
che ti portavano
nella ferita innocente
del mio sonno.