Non spegnete il suo nome...
Cammina con il cuore che porta ancora le impronte di mani che non avrebbero mai dovuto toccare.
Ma cammina.
Perché il dolore non è un destino, è un’ombra che prima o poi impara a stare indietro.
C’è stata una notte in cui il silenzio pesava più di un grido, una stanza dove le parole si sono sgretolate come vetro.
Eppure, da quei frammenti lei ha ricostruito un respiro.
Ogni donna è un cielo che nessuno ha il diritto di offuscare.
È terra che genera, acqua che scorre, fuoco che scalda, aria che libera.
Chi la ferisce non spezza solo un corpo: spezza un mondo.
E allora oggi, davanti ai nomi che non possono più rispondere, abbassiamo lo sguardo solo per un attimo, per poi rialzarlo più netto, più ampio, più vero.
Perché ricordare non basta: serve cambiare.
Che nessuna voce sia più costretta a tremare, che nessun passo debba più fuggire.
Che ogni donna possa tornare a vivere senza paura, senza scuse, senza ferite da giustificare.
Perché amore non è possesso, rispetto non è richiesta, e libertà non è un privilegio: è un diritto scritto nella pelle di ciascuna di noi.