Per come avresti voluto dire
Scrivendo, i mari assorbono. Trattengono parole inespresse, tempeste appena accennate. A volte si cerca di spiegare, ma la voce esce storta, oppure non esce affatto. E i fraintendimenti piovono leggeri, senza far rumore, ma bagnano tutto. Allora scrivo io. Non per chiarire, ma per dare forma a quel che non hai potuto dire ad alta voce. Ci sono giorni in cui i pensieri si accendono, ma restano chiusi dentro. La strada per portarli fuori sembra sbarrata, e fuori c’è solo nebbia. A volte basta poco per sembrare qualcosa che non si è. Non è mancanza di verità, ma di spazio, di aria, di chi sappia davvero guardare. E quando manca trasparenza, il cuore viene frainteso, e si resta soli, sotto un nome che non è il proprio. Scrivo per raccogliere quel nome storto e restituirgli senso. Scrivo per te, per come avresti voluto dire. E se un giorno, in silenzio, ti sentirai fraintesa, non sbagliata, sappi che queste parole sono anche le tue. Sono qui, per ricordarti che qualcuno ha già sentito quello che non riusciva ad emergere. È tutto qui.
PS: Queste parole appartengono a chi riconosce il peso del non detto. Parlano di silenzi che molti hanno vissuto, e di emozioni rimaste sospese.