Tu mi chiami poeta e non senti
che bevo l'inchiostro come veleno.
Ancora tu credi che questo malato poetare di folli,
mi sani lo squarcio che hai voluto sul petto.
Questo verso è tuo figlio,
ha le tue mani pur non portando il tuo nome.
18 febbraio 2011
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Scrivo perchè le mie dita sanno dire meglio della voce.