Io banca, tu notte. Tu rumore, io sola. Io candela zittita, tu sfiammi su panchine di foglie già fulve. Tu svezzato tra anche e bacini, io spiumata da un bacio leggero. Io appena verticale in mezzo alla vita, tu trave portante, io polvere, tu colpo che gonfia nel caldo, biondo archibugio . Io nodosità e grumo, fagotto di nubi, tu orizzonte e schiarita. Tu fornace di sensi senza più veto, io faglia inesplosa sotto la falce dell'umido peccato.
21 gennaio 2013
Altri contenuti che potrebbero piacerti
Scrivo perchè le mie dita sanno dire meglio della voce.