avvampò col taglio
del suo rameggiare giallo
incurvando il tramonto e l’arcata.
Cortese mi mostrò lei
avvampando il maggio.
Il maggio bianco sui muriccioli rosi
che ascoltavano la vampa
le voci
i baci
E tu…
… tu taci, tu…
taci.
Torsioni sul sedile,
sul volante
dove distante
usciva qualche nostra nota,
che a quei due spiritelli incerti
così prossimi alla sera
ammiccava.
Accadde ieri leggera
e
già oggi mi sciupa il ricordo
del vaneggio
e il
giro
grave della
grande ruota sul
grano.
7 dicembre 2007
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