Quasi sempre mi perdo nei labirinti della mia inutilità,
mentre un’altalena di pensieri oscilla vaga
consumandomi.
Ciò che può apparirmi seducente perde consistenza,
assumendo informi, insignificanti pose,
svanendo in assoluta oscurità,
lasciandomi abissare senza ritegno.
Cado giù,
molto più giù delle prime volte
e sempre mi perdo in stanze vuote della memoria.
Isolo ogni contatto,
rimango lontana da un’idea d’amore
e desolata, con la voglia di fuggire.
Si frantuma in cento e centomila schegge…
… l’illusa speranza.
5 marzo 2010
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