Sento la terra franare sotto questo respiro affannato
come assenza di vocali
in un cruciverba libero
che muore
per insussistenza di parole.
Io
col fardello di silenzi stanchi
sbuccio mele a colazione
per ingannare il tempo
e prometto
al seme acerbo
che avrà vita nuova
un giorno
pur sapendo che il destino
gli ha già opposto il suo rifiuto.
Non sparigliano questi occhi
neanche il senso dell'attesa
e si prostra
la mia bocca
all'amara scia del sale
come ferita di ringhiera
sulle parentesi della mia pelle.
Se almeno franassi sulle mie paure
potrei morire da eroe.
25 maggio 2019
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