Serial Killer

I suoi passi leggeri e sicuri, 
insignificanti nel sole di ottobre, 
segnavano un caffè virtuale, 
insospettabile per tutte le visuali. 
Discorsi fluttuanti
nella scia dei social, 
avatar di menzogne ricamate 
nello spazio delle lodi e ammirazioni, 
ricoprono futili momenti da sfumare. 
Mire di proiettili virtuali
attendevano di sferrare colpi premeditati e perversi 
per un cuore ingenuo, 
tra sinceri petali colorati d'innocenza, 
lasciandolo ripiegato su se stesso 
nella paura dell'ombra prepotente, 
poiché sei la prescelta nel suo delirio. 
Ogni angolo di sentiero reale 
è fossa per la posa di vita, 
ogni giorno che si tinge di nero 
è croce per la gioia di sorridere, 
ogni dubbio travestito da agnello 
nasconde la lama da infliggere 
alle spalle scoperte al tempo. 
Si moltiplicano come pesci 
trasfigurazioni nelle minacce d'oro, 
per rubarmi respiri nel riposo eterno, 
per amore del possesso imposto. 
Grida la voce, sussurri di paura, 
mentre l'ombra conta quei passi 
sulla battigia tra il reale e la follia. 
Andare via non dissolve il pericolo 
se può avvolgerti nelle sue corde, 
anche sotto la pioggia che scende, 
lasciandoti poi ansimare a comando 
il petricore della fine di una stagione, 
stabilita e scolpita con scalpellino, 
pennellato di radici di rancore, 
inabilitato alla rassegnazione 
dei confessati fragori di rifiuti, 
senza ascolto dalla ragione. 
Bieco, il serial killer non perdona, 
torvo nelle sue mani assetate 
del rosso scarlatto zampillante, 
accarezzando la sua pelle di zolfo, 
soddisfando la sua diafana voglia,
nel trionfo dei vili gesti, 
ammorbano le sue orme 
sul selciato del suo irreparabile inferno,  mentre arde vittima di sé, 
senza rughe di rimorso nell'anima. 

Laura Lapietra ©