Siamo fragili
come biscotti intrisi di latte
tra dita inferme
e schiocchi di luce
nel riverbero di gesti quotidiani
in cui la memoria inciampa
annaspa
cade.
Siamo fragili
nei nostri sguardi assenti
che scrutano gli avanzi
di giorni tutti uguali
in letti d’ospedale
dove il tempo non si consuma
ma ci consuma
ove anche un respiro logora
l’idea del firmamento.
Siamo fragili
nelle canute iperboli delle nostre mani
lise dalla forzata ignavia
stuprate dalla sodomia del dolore
che invade
pervade
s’insinua
dileggia.
Siamo fragili
anche quando vorremmo essere lisergici
al cospetto di Dio.
6 gennaio 2019
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