Sotto il salice
guardo in alto,
conto i secondi
che mi separano dal sole.
E sono sola e assoluta
con i miei pruriti endemici,
come una macchia d'olio in un bicchiere d'acqua,
come un grumo di catrame
sulla riva bianca di sale.
Ma nessuno intuisce,
nessuna pacca sulla spalla,
i denti stretti fanno male,
sanguina la lingua,
ma ho la forza di ingoiare,
il salice mi porge le sue fronde cadenti,
come l'offesa dietro l’uscio.
21 settembre 2011
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