Stare coi morti, preferire i morti
ai vivi, che indecenza! Acqua passata.
Vedo che adesso più nessuno fiata
per spiegarci gli osceni rischi e torti
dell’ assenza, adesso che è sprofondata
la storia … E così tocca a noi, ci importi
tanto o quel tanto, siano fiochi o forti
i mesti richiami dell’ostinata
coscienza, alzare questa poca voce
contro il silenzio infinitesimale
a contestare l’infinito, atroce
scempio dell’esistente … (Al capitale
forse è questo che può restare in gola,
l’osso senza carne della parola.)
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Una stroncatura, pur che abbia un minimo di fondamento, serve alla buona salute della letteratura cento volte di più, non solo del silenzio, ma anche di un elogio infondato.