Tempo

C’è un viandante silenzioso che passa leggero
Cammina scalzo tra le vele invisibili delle ore
sui sentieri segreti dei minuti.
lo chiamano Tempo,
ma somiglia più a un soffio d’aria
che a una lancetta d’argento.
Non parla mai ad alta voce,
ma insegna con sguardi lenti,
con abbandoni precisi,
con silenzi che diventano maestri.
Mi ha detto che ogni cosa cade
quando è pronta a farsi terra,
che ogni addio è solo un seme
e ogni dolore, un nome
che non avevo ancora imparato a pronunciare.
Mi ha insegnato a non forzare i fiori,
a non chiedere all’alba di venire prima,
a lasciar morire ciò che vuole andarsene
senza fargli guerra.
Mi ha mostrato che le cicatrici
non sono affatto rovine,
ma lettere scritte a fuoco
sulla pelle dell’anima.
Non si leggono con gli occhi,
ma con le mani tremanti
della consapevolezza.
Tempo,
architetto dell’essere,
poeta silenzioso delle transizioni,
tu che spezzi e poi ricuci
con l’ago della pazienza,
non ti temo più.
Ora so che ogni arrivo ha il suo passo,
ogni amore il suo ciclo,
ogni perdita una sapienza nascosta
nel fondo del vuoto.
Non ti inseguirò più,
camminerò al tuo fianco.
E se un giorno mi ferirai,
sarà solo per insegnarmi
il modo in cui si guarisce.