E se di umane gesta
Non lasciassi traccia,
Come piuma su infinita distesa
Lì dove il mar la mano tiene tesa.
Cosa ne sarà di me?
Se come levriero l’impronta non intingo
Nel sottobosco lindo
A caccia di qualcosa,
Se il nome mio non varrà
Tanto quanto mirabile rosa?
Sarà esistenza sprecata la mia,
Se tutto celo dentro mentale gabbia arpia?
Sono i pensieri miei,
La chiave per aprir e chiuder serratura,
Per colorare una gabbia scura,
Per imprimere una traccia che dura.
Appartengono a me le orme del levriero
E il capitan io son del veliero,
Che è la barca dell’esistenza mia.
17 marzo 2025
Altri contenuti che potrebbero piacerti
Volgi lo sguardo per mirare l’altro e provarne invidia e scorgi che il tuo corpo ne sta risentendo: arriverai alla fine dei tuoi giorni dove non ti resterà altro che un tempio scosso da incredibili terremoti e fremiti di cattiveria e ti ritroverai lì, sepolto nella vergogna del giudizio e paragone altrui.
Ed è subito sera.