Le tue dita mi dicono fine: balbettano
una cicatrice che slabbra la pagina illusa.
Inginocchiate cercano perdono per ciò che più non sanno.
Io leggo la bugia di chi non sa restare e tenta.
Poi le parole mi sussurrano in una piana avanzata luttuosa come siamo morti.
13 novembre 2011
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La parola è silenziosamente rumorosa: spesso gli occhi sentono meglio.