L’estate durava a lungo.
La gravidanza confusa
spinse infine un respiro.
Sulla culla vagava
un ridacchiare d’antenati
di “non so”.
Non è che ci fu un neonato nella grotta,
né una stella sulla strada di Betlemme.
Piuttosto un’autolettiga a centottanta.
Ma era qualcosa,
e forse non era dio,
ma era lì
e ora inghiottiva latte
come fosse un sorbetto.
30 giugno 2006
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