Verresti da me,
Se vecchio io fossi e tu dolce Venere?
Verresti da me,
Se fossi sigaretta ed io annerita cenere?
Verresti da me,
Se il cor mi donasse quella voglia di non essere?
Ebbene fanciulla, non mentire,
Che le bugie son balorde e la morte può sentire,
Che la tua spigliatezza non diventi una condanna,
Che il cor felice ti si levi e ti faccia alzare di una spanna.
Porgimi alla morte ed io mesto andrei,
Che di sofferenza ormai i giorni non ne conto
Ma come ingiallito calendario io lì a mirare,
Questa tua insostenibile,
Indescrivibile,
Voglia di lasciarsi andare.
11 marzo 2025
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Dov’ero io, prima che tutto iniziasse? Forse solo un’idea, amabile visione di un figlio che qualunque cosa succeda sarebbe stato lì, immobile, austera scultura maneggiata da abili mani.
No, son figlio dell’universo, essenza di polvere di stelle che brama per tornare nella sua interstellare origine e di pillole di lettura si anima il mio occhio stanco.
Amami, stringimi e scostami, anche solo di un millimetro, dal peso del mio essere.