Viaggi d'autunno

Il treno scivola tra pioggia e vento,
mormorio lento di ruote e silenzi.
Fuori, le foglie cadono lievi,
come pensieri che non hanno mai smesso d’amare.

Sul vetro, il mondo appare sfocato e all’improvviso appare il tuo riflesso,
che mi sfiora la guancia, la mente, l'anima.
Ti penso, e l’aria profuma di legna e di ricordo, di qualcosa che arde piano, che dà tepore.

Ogni curva del viaggio
sembra sapere di noi,
del tempo sospeso tra un respiro e un battito.
Sento ancora la tua voce
scivolare tra ricordi,
pensieri che danno calore.

Dal finestrino, il mondo si scioglie
in sfumature di rame e malinconia.
C’è l’odore dell’attesa,
il respiro umido dell’autunno,
e il sapore dolce di qualcosa
che finisce o che rinasce.

Ricordi antichi mi siedono accanto,
silenziosi compagni di viaggio.
Forse eri tu, in un tempo sospeso,
tra un saluto mancato e un sogno taciuto.

Ogni stazione è un battito,
ogni fischio una ferita che si richiude.
Eppure, nel rumore del ferro e del vento,
sento ancora il tuo nome scivolare lieve,
come una foglia sul vetro.

Poi, un raggio di luce,
una foglia che danza sul binario.
Sorrido.
Forse l’autunno non è solo foglie
che cadono dimenticate,
ma un modo lento di rinascere,
di rivivere sensazioni lasciate nell'oblio della memoria,
come se il tempo volesse insegnarmi
a ricordare senza più soffrire.