Fin da bambino
ho sognato di volare
tante volte, tenue sopra i tetti,
tra ardite creste
e distese pacate,
ho sognato di volare
su spiagge sconosciute
e oceani azzurri,
quanto, quanto, quanto,
ho camminato sulle viedelle mie sconfitte,
dei miei tormenti
tra nugoli confusi
e attimi di luce.
Frammenti di ghiaia
e un esile gabbiano
dal becco acutoerano le sole amicizie
di una coscienza intorpidita.
Adesso ho imparato a volare
come una rondine,
da un embrice all’altro
e poi spuntar tra antichi squarci
e giovani gemme,
leggero e colmo di fiducia
elevo l’anima
al domani che verrà.
9 aprile 2015
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