Affidarsi con delicatezza
Invocare, sì.
Ma con placidità.
Se evoca per turbare
preferibile la quiete.
Siamo noi, custodi di personali rotte.
A Lui, affidiamo le visioni
quando la lingua si dilegua
quando aprirsi è arduo.
Parliamo del dolore
di chi ci lacerò, ma con mite pudore.
Non bruciamo il mondo intorno.
Non allontaniamo chi resterebbe, nei luoghi
dove il tempo si pietrifica.
Si può mutare, ma senza snaturare
ciò che ci rende singolari.
Un invito a esprimere dolore e sentimenti con calma e rispetto, senza travolgere chi ci circonda, preservando la propria unicità.