Corpi prismatici
Il suo corpo prismatico risplendeva di luce verde, accanto a lui altri corpi prismatici disposti in cellette esagonali, tanto vicini quasi da potersi esplorare, ma divisi da quel cristallo colorato.
Erano tutti felici, tranne Lui. Non sopportava la solitudine e i ritmi cadenzati di un vivere quotidiano che si curava solo della salvaguardia della specie. Da che ne sapeva, era sempre stato così, ma lui soffriva. Soffriva perché amava l’Inquilina che abitava il corpo prismatico accanto al suo. Lei gli sorrideva, sempre tranquilla nel suo alone di luce rosa antico. Forse un giorno avrebbero preso i loro gameti per dar vita a un nuovo corpo prismatico, ma non gli bastava.
Non riusciva a comprendere il senso di quella vita solitaria, salute solidissima, ma nessun contatto con l’altro. Cibo, aria, genuini e perfetti, ma senza altri orizzonti, tutto restava limitato da quel cristallo colorato, un spettacolo meraviglioso di notte, una tortura atroce di giorno. Quel mal di vivere era diventato così forte in lui da portarlo a rifiutare il cibo, ma alla Mente tutto ciò non poteva sfuggire.
Fu preso di notte, fu portato all’Officina per la cura, ma la lontananza dal prisma rosa antico accentuò la sua malattia. Anche Lei iniziò a rifiutare il cibo, presa dalla grande tristezza per la lontananza del suo “amico” e così fu portata all’Officina. Quei due prismi vuoti produssero tanta altra tristezza e il rifiuto del cibo, da parte di molti altri prismi divenne un virus letale.
La Mente programmata da una routine millenaria andò in tilt. Gli ultimi corpi prismatici rimasti intatti scoppiarono come bolle di sapone e gli inquilini si trovarono soli e senza colori, attoniti e disorientati. Lui, invece, era felice, aveva tra le braccia la sua vicina la cui pelle rosa antico era simile alla sua. Si riconobbero essere umani limitati, ma veri.
Qualcuno forse è riuscito a riparare la Mente e ha scelto di tornare a una vita asettica in un nuovo corpo prismatico; qualcun altro è fuggito e forse sono Loro le persone più felici.