Il viaggio chiamato vita
Il viaggio chiamato vita mi riporta a un pensiero che si sposa perfettamente con il concetto di felicità.
Sì, perché la vita, dono unico nel suo genere, è la fonte primaria della felicità. Tutto il resto è... a cascata!
Lo scrittore Alfred Souza disse:
“Per tanto tempo ho avuto la sensazione che la vita stesse per cominciare – la vera vita! Ma c’erano sempre ostacoli da superare, qualcosa di irrisolto, un affare in sospeso, dei debiti ancora da sistemare... poi, la vita sarebbe cominciata.
Finalmente ho capito che quegli ostacoli erano la mia vita.
Questo modo di vedere le cose mi ha aiutato a comprendere che non esiste un mezzo per essere felici, perché la felicità è il mezzo.”
Gustiamo ogni istante della nostra esistenza, e gustiamolo ancora di più se possiamo condividerlo con qualcuno — una persona speciale, tante persone, o, se il destino lo decide, anche in solitudine.
Il tempo non aspetta nessuno.
E allora, smettiamo di aspettare:
di finire la scuola, di perdere cinque chili, di prenderne cinque, di avere figli o di scegliere di non averne.
Smettiamo di aspettare il venerdì sera, la domenica mattina, una nuova macchina, una casa nuova.
Smettiamo di attendere la primavera, l’estate, l’autunno o l’inverno.
Smettiamo di pensare che la vita ci possa abbandonare.
Rinasciamo ogni giorno con entusiasmo, perché non c’è momento migliore per essere felici che il momento presente.
La felicità e le gioie della vita non sono una meta, ma un cammino.
Lavoriamo come se non avessimo bisogno di denaro — anche se le bollette mensili possono essere amare.
Amiamo come se non dovessimo mai soffrire — anche se non è sempre facile.
Balliamo ogni volta che sentiamo una melodia.
Sembrano pensieri impossibili? Forse.
Ma basta guardarsi attorno: la natura ci fa regali meravigliosi ogni giorno — fiori, fragole, il sole, un po’ d’ombra… e presto arriveranno anche le ciliegie!
Con un pizzico di riflessione, ci accorgiamo che la vita è bella, anche se spesso i traguardi richiedono sacrifici.
Ma quei sacrifici, prima o poi, vengono ripagati. Sempre.
E poi, ci sono i luoghi.
I luoghi che attraversiamo ogni giorno, o quelli in cui approdiamo alla ricerca di un po’ di distensione.
Anche i luoghi in cui trascorriamo le ore — talvolta frenetiche — del lavoro, rischiano di restare solo scenari anonimi, se non impariamo ad abitarli davvero.
Così viviamo in spazi senza luogo, senza più radici, e incapaci di stare in altri luoghi se non come ospiti distratti.
Eppure, si vive.
E ciascuno porta con sé la propria storia, gli affetti e le ansie, i desideri e le angosce.
È tutto questo che ci rende umani, vivi. E profondamente presenti in questo viaggio meraviglioso chiamato vita.
Solo uno stupido percorre in fretta il viaggio della vita, senza fermarsi a contemplare le bellezze della natura.
Io no.
Novello Ulisse, spiego le vele verso la conoscenza della mia Itaca interiore.
Salpare, seguire la rotta, affrontare i venti e cercare un approdo sicuro: ogni tappa, ogni deviazione, ogni sosta parla della ciclicità della vita, del suo continuo divenire.
E in tutto questo, si intreccia anche un viaggio più sottile, più profondo: quello psicologico, che ci trasforma e ci rivela a noi stessi.
Navigare non è solo spostarsi.
È ritrovarsi.