Nel tempo che tutto scioglie e tutto trasmuta,
Nel tempo che tutto scioglie e tutto trasmuta,
l’anima apprende ciò che il cuore non voleva sapere: “che anche la ferita è maestra, e ogni pianto inciso nel silenzio è preghiera antica rivolta a sé stessi”. Non ho perso tempo: ho solo inciso passi su pergamene invisibili, lasciato gocce di luce nei luoghi dove credevo di spegnermi. E quando ogni illusione si è fatta polvere, ho trovato la verità più sacra: non si guarisce tornando indietro, ma tornando a sé, scavando tra le caverne nascoste dell’anima.
In quel ritorno abita il nome eterno dell’amore
che non chiede, ma è. Ed è lì, in quel ritorno muto e sacro, che si pronuncia Shem,
il nome segreto dell’essere, che non si dice, ma si sente nel sangue quando finalmente smetti di cercarti altrove. Cammino allora non più per riempire vuoti, ma per custodire presenze. Non per colmare mancanze, ma per onorare la pienezza di chi sono diventata nel frammentarmi. Ogni dolore ha inciso il suo segno, ogni amore lasciato mi ha scolpito,
non per distruggermi, ma per ricordarmi
che anche l’oro si mescola alla polvere
prima di brillare nel tempio. E nella rinascita,
non porto più il peso del passato, ma la luce del senso ritrovato.
*Shem: è identità profonda, essenza divina, risonanza dell’essere.
Shem” si intende: riconoscere e manifestare la propria verità interiore, la propria anima.