Non chiedo di essere capita
Non chiedo di essere capita da chi ascolta per rispondere, ma da chi tace per custodire.
Il mio passo non cerca l’eco: cerca il terreno che non mi tradisce, la porta che si apre senza rumore, le mani che restano anche quando non stringono. Non mi troverai dove si celebra l’apparenza, ma dove il tempo si ferma per rispetto, dove gli occhi non giudicano ma leggono, e dove ogni addio è un arrivederci sottovoce. Io abito nei gesti che non mentono,
nelle presenze che non pretendono, nei silenzi che sanno restare pieni. Il resto, il mondo frettoloso, l’applauso facile, le maschere che sorridono, è soltanto vento che passa e non lascia radici. Di Raffaella Frese