Se mi chiedi chi sono

Se mi chiedi chi sono, non ti parlerò di nomi o confini,
ma di tempeste attraversate a piedi nudi,
di fuochi accesi con le ultime scintille del cuore.
Sono ciò che resta dopo l’urlo, ciò che resiste dopo la frattura. Non cerco gloria né pietà,
ma verità, cruda e luminosa, che si posa come cenere sulle mie spalle e mi incorona senza rumore. Sono figlia del tempo che non ha avuto fretta, donna fatta di crepe e di rinascita, anima antica che non chiede salvezza, ma cammina, e dove passa, fiorisce. E nel mio passo c’è la memoria di tutte le donne che hanno taciuto, che hanno atteso, che hanno amato senza ritorno e scelto di non spegnersi. Sono la somma delle rinunce e dei fuochi mai spenti, la risposta gentile dopo mille guerre interiori. Non temo più il buio: l’ho chiamato per nome, l’ho abbracciato fino a farlo luce. Ogni mia parola ora pesa come rito, ogni mio silenzio custodisce una preghiera antica. Non sono più la ferita: sono la mano che l’ha guarita. E se la vita mi dovesse ancora piegare, Lo accetterei senza esitare, perché; Sara’ solo per insegnarmi come rinascere altre cento volte anche in ginocchio per poi rialzarmi e continuare il mio passo, più vera, più intera, più mia, più padrona del mio destino.