Storie allo specchio - Adele, Antonio e Ludmilla
L’inverno appare in questo momento nello specchio.
Antonio, sta camminando nel vialetto di un cimitero, ha appena nevicato, la neve è soffice sotto le scarpe. Le lapidi sono imbiancate. Antonio ha in mano un piccolo mazzetto di fiori rosa.
Si ferma davanti ad una tomba, lì inizia la sua storia.
Pulisce la tomba, sulla lapide c’è la foto di una bella signora, ancora giovane e una scritta “Adele madre e moglie meravigliosa”. Antonio mette i fiori nel vaso, si ferma ancora un pochino e poi si gira e si incammina verso l’uscita.
Antonio e Adele sono stati sposati trentacinque anni, si sono conosciuti all’università e non si sono più lasciati fino a quando Adele non è stata portata via dalla malattia.
Antonio e Adele hanno tre figli, Ilary, Sabine e Andrea.
Adele, è stata la moglie migliore al mondo, è stata l’amica che tutti vorrebbero, è stata una madre dolce e premurosa per i loro tre figli, perderla è stato come perdere tante persone in una ritrovandosi di colpo soli.
Antonio prende la macchina e torna verso casa.
Oggi è un giorno particolare.
Antonio, ha sessant’anni, è vestito elegantemente, con un bel abito grigio e sta uscendo da casa. Fuori c’è suo figlio Andrea che lo aspetta. Arrivano poi in una piazza, scendono e davanti al portone di un palazzo antico ci sono Ilary e Sabine. Anche loro sono elegantissime, tutti portano una rosa bianca appuntata all’abito.
Antonio guarda i suoi tre figli, belli, felici, realizzati, sono tutto il suo orgoglio, suo e di Adele.
Ogni volta che li guarda vede scorrere le diapositive di una vita, si rivede ballare con Adele, da giovani, rivede la nascita di ogni figlio, rivede i giorni di vacanza al mare e sempre la gioia lo pervade profondamente ma poi un velo di tristezza appanna questa gioia e Antonio vede sfumare tutte le immagini.
Per Antonio perdere Adele è stata come perdere una parte di sé davvero vitale, si è sentito in apnea per moltissimo tempo, solo la presenza dei suoi figli gli ha dato quella boccata d’aria per andare avanti.
La famiglia entra nel palazzo, percorre una grande scala di marmo e arriva in una sala elegante illuminata da un enorme lampadario di cristallo.
Antonio sembra emozionato, all’improvviso parte una musica, è una marcia nuziale, e arriva Ludmilla accompagnata da sua figlia.
Ludmilla arriva da Antonio, è molto bella nel suo abito cipria.
Antonio le prende la mano e la bacia gentilmente.
Ludmilla ha un piccolo bouquet in mano, lo porge alla figlia e si aggiusta il vestito, un movimento involontario di chi sente di dover sempre essere a posto, apparire al meglio.
Ludmilla è rossa in viso, forse per il freddo.
Soprattutto per l’emozione.
Dopo la morte di Adele, Antonio si sentiva molto solo ed inutile, così è diventato volontario in ospedale, proprio l’ospedale dove avevo perso la sua amatissima moglie.
Un anno fa ha conosciuto Ludmilla proprio tra le corsie dell’ospedale.
Ludmilla assisteva una signora che era ricoverata per una brutta caduta.
Talvolta si incrociavano al bar dell’ospedale e un giorno Antonio le ha offerto un caffè.
Ludmilla è molto timida, è arrivata dalla Moldavia pochi anni fa insieme alla figlia.
Piano piano sono diventati amici con Antonio, poi hanno scoperto di volersi bene.
Di avere voglia di farsi compagnia ogni giorno, un affetto cresciuto a piccoli passi, senza fretta.
Grazie a Ludmilla, Antonio ha reimparato a respirare da solo e a poter vedere il suo passato con grande chiarezza e sempre con una luce bellissima.
Oggi si sposano circondati dall’amore dei figli.
Iniziano un nuovo viaggio guardando avanti verso il futuro, ma con il passato a riscaldare i loro cuori.
Antonio ci ha pensato molto prima di chiedere a Ludmilla di sposarlo, ha pensato ad Adele, se la stava tradendo in qualche modo, ha pensato ai suoi figli, questa decisione forse li poteva infastidire.
Ma invece sono stati proprio i figli di Antonio a rassicurarlo e a spronarlo a prendere questa decisione, Ludmilla non poteva scalfire il ricordo di Adele e l’amore che provavano per lei, perché Adele era la sostanza di cui erano fatti i loro cuori.
Ludmilla però poteva regalare ai figli di Antonio la serenità di pensare che lui non era più chiuso nella morsa della solitudine che come una spira avvolge e stritola. Che una buona vita Antonio se la meritava ancora!
I fiori cadono dal balcone ricoprono i nostri visi rivolti all’insù
il loro profumo ci solletica il naso, ci rallegra il cuore. Cominciamo a ballare con piedi impazziti
saltelli di qua e di là, girotondi.
Le gonne svolazzano lasciando intravedere candide gambe. Il ticchettio dei tacchi sull’asfalto.
Ridere ridere, avvolti in questo arcobaleno immaginario. Ridere e ridere, finalmente la guerra è finita.
Ogni guerra con le sue croci sull’erba.
La vita rinasce oggi tra melodiose grida verso il cielo.
Bella la storia di Antonio e Ludmilla, come anche quella di Antonio e Adele, una storia di amori che non finiscono nonostante tutto e di vite che continuano nonostante tutto.
È Natale, sotto il vischio Antonio e Ludmilla ballano un valzer, l’immagine non è nitida e al volto di Ludmilla si sovrappone quello di Adele. Così in un continuo mutare senza perdere mai quella luce speciale.
Poi quella luce speciale si riempie di sole...