Storie allo specchio - Gabry e Leo - il finale

Poi quella luce speciale si riempie di sole.
Sono lì, seduti in un giardino in riva al lago.
Sono così fermi e rilassati da sembrare statue.
Leo con un giornale tra le mani, Gabry con il bel viso rivolto al cielo, gli occhi chiusi, forse dorme o è immersa nella sua storia.

Nell’aria c’è silenzio, c’è profumo del bosco vicino.
Leo gira le pagine e ogni tanto accarezza la mano di Gabry.
Lei sempre immobile totalmente indifferente ai suoi tocchi.
Lui appoggia il giornale, aiutandosi con un elegante bastone si alza, si avvicina a Gabry e le dice qualcosa all’orecchio.
Gabry si gira ma il suo sguardo è lontano da quello di Leo.
È lo sguardo di una donna che si è persa negli abissi della sua mente. Gabry è malata di Alzheimer da tre anni.
Gabry prima della malattia era una donna attiva, una moglie, una mamma, una nonna amorevole.
È stata un’insegnante di storia, dentro di lei vivevano milioni di anni di avvenimenti, di eroi, di guerre e vittorie che ha fatto amare ai suoi studenti ogni giorno della sua vita. Racconti, favole realmente accadute che si svolgevano come una pellicola sulle sue parole.
Ora cosa è rimasto di quelle parole, di quei ricordi.
I primi tempi erano solo i suoni che la tradivano, le immagini si accavallavano ma non prendevano la loro forma verbale e poi rapidamente tutto è svanito, svaniti i ricordi, svanita la storia, svaniti i volti dei suoi figli e dolorosamente anche quelli degli adorati nipoti.
Il volto di Leo ha perso i suoi contorni per ultimo.
Gabry ora è sola con sé stessa, chiusa in uno spazio, la sua testa, dalla quale non riesce ad uscire, intricati sentieri la allontanano da tutto persino dalla sua immagine allo specchio.
Ma lì in quel giardino, al limitare del bosco, sulla riva del lago si sente al sicuro, non sa dire perché, ma i profumi che la circondano, il calore del sole, la sua luce riflessa sull’acqua la fanno sentire bene, poi c’è lui, non sa chi sia ma è lì ogni giorno al suo fianco e ha cura di lei.
Leonardo, è nato a Siena ottant’anni fa, nella bella terra Toscana, è un uomo razionale, un matematico, innamorato di Gabry da quando l’ha incontrata cinquanta anni prima ad una conferenza su Napoleone.
Gabrielle originaria di Lione, quando ha conosciuto Leo era una giovane docente di storia.
Gabry parlava dell’imperatore corso come se l’avesse davvero conosciuto, con una dovizia di particolari e una capacità di affabulatrice che faceva apparire le gesta di Bonaparte così piene di fascino.
In realtà quel giorno era così emozionata, era la sua prima conferenza, le tremava la voce e anche le gambe.
Leo si è subito innamorato di quella splendida donna con i capelli a caschetto.
E anche Gabry di questo uomo alto quasi due metri, solido come la sua terra e che la faceva ridere fino alle lacrime.
Leo e Gabry non si sono più lasciati, hanno cavalcato questi anni docilmente, senza mai strappi sempre con rispetto e grande amore.
Dopo la diagnosi, Leo ha pensato che la sua vita fosse finita, che perdere la sua compagna lentamente ogni giorno un pezzetto alla volta lo avrebbe annientato,
Seppur nella disperazione, negli occhi di Gabry invece ha trovato la forza per accompagnarla fino alle porte del vuoto in cui ora è immersa.
Senza mai lasciarle la mano, dandole sempre forza e coraggio.
Un viaggio difficile ma con la volontà di viverlo al meglio, insieme.
Quando Gabry ha smesso di riconoscere Leo, lui lo ha accettato, capito, metabolizzato.
È al suo fianco ogni giorno come quel primo giorno nella sala conferenze, si ripresenta ogni giorno, le dice che la ama e che vorrebbe passare del tempo insieme.
Ogni giorno, tutti i giorni, senza stancarsi.
Leo ha una sola paura: ha paura di non accompagnare Gabry nel suo ultimo viaggio, di non essere lì a tenerle la mano, di smettere di respirare prima di lei.
Gabry sarebbe persa senza di lui.
Leo è perso senza Gabry.
Il sole tramonta sopra il lago e riempie il cielo di arancione. Leo e Gabry rientrano in casa, tra poco sarà sera, domani sarà un nuovo giorno.
Gabry respirerà il profumo del gelsomino e se vedrà quel signore gentile vorrà dire che sarà ancora un giorno degno di essere vissuto.
È chiaro ora il senso del viaggio nello specchio, delle storie allo specchio, raccontano la vita, l’essere umano, la felicità e il dolore, svelando sentieri passati e indicando strade future.

Lo specchio si illumina e come dentro un acquario danzano in un girotondo Milla e Lupo, Lara e Zeno, Mariam e Nadir, Fanny e Joy, Sally e Mark, Antonio e Ludmilla, Leo e Gabry. Racchiudono tra le braccia la loro storia che è anche la storia di tutti noi, la mia storia, la vostra storia, la nostra vita.

PS: Joy e Gabry sono speciali, lo specchio ha donato al primo la voce e alla seconda i ricordi, seppur solo per il breve svolgersi della loro storia. Era importante farlo affinché tutti potessero raccontarsi.