su "Quello che resta"

Il testo di Francesco Casali punta dritto al cuore del problema umano: il dolore, anche insensato, che è il compagno di strada dell'uomo sensibile.
Francesco ci insegna come convivere col dolore, come guardarlo in faccia, come allearsi con lui, fino a renderlo un compagno gradito da non rigettare ma da accogliere, perché senza dolore non esisterebbe l'antidoto ad esso: l'amore. Egli infatti si chiede se in questa realtà mascherata nella quale viviamo, ci sia ancora spazio per quel sentimento vitale che ci tiene lontani dalla morte.
Il primo capitolo  è la continuazione del capitolo di Sofia del libro precedente e affronta il tema della perdita dei figli. Francesco scava dentro il dolore di una madre che perde i suoi due figli e del protagonista Francesco che assiste alla morte della figlia Sofia. Il dolore è assoluto, totale, ineludibile, travolgente e lo scrittore lo rappresenta nella piena drammatica della sua forza distruttiva.
Si riconosce nell'autore un alto quoziente di umanità, di pathos, di narratore e di osservatore acutissimo della realtà altrui; come si evince dal secondo capitolo, nel quale si analizza il dolore del corpo come manifestazione del dolore dell'anima e nel quale  si presenta una carrellata umana di giovani e meno giovani che si tatuano il corpo per segnarsi un dolore o il suo superamento o per considerare chiusa una fase della loro vita o per rafforzare la propria identità dolente e dispersa.
Fino ad arrivare al caso di Davide che si suicida per anestesia emotiva. Il caso di Davide, tratteggiato con toni altamente drammatici, commuove non poco e, al momento del suicidio, si raggiunge l'apice del pathos narrativo con tutto il dolore di Francesco che si fa interprete del dolore di Anna, la moglie di Davide, e questo dolore passa a noi lettori che non possiamo rimanere insensibili di fronte a tale disfacimento emotivo.
Nel terzo capitolo Francesco analizza un caso di "possessione demoniaca" prendendo in analisi tutte le diverse possibili interpretazioni, ricorrendo alla psichiatria, alla medicina, alle tesi della Chiesa, alla filosofia, arrivando alla conclusione che non è importante l'interpretazione in sé del caso, ma quel che conta è il dolore che prova il soggetto coinvolto nella malattia mentale o "possessione demoniaca" che sia. Mentre si gareggia nel mostrarsi abili interpreti dei casi psichiatrici, ma non v'è quella capacità umana di comprendere il dolore di chi si sente sovrastato da forze a lui superiori.
Il quarto capitolo, che porta il titolo del libro, esprime il bisogno tutto umano di Francesco di parlare in piena franchezza, ancora una volta "senza niente da nascondere". Dopo un'ampia e puntuale disamina dei motivi per cui i Social Network, in primis Facebook, hanno tanta diffusione nei tempi attuali, come strumenti che paiono avvicinare gli uomini, quando in realtà esprimono spesso un vuoto emotivo da colmare, come la chance di darsi una identità che manca nel reale, di circondarsi di amici virtuali, mai guardarti in faccia, di gonfiare il nostro vuoto narcisismo che nasconde l'isolamento nel quale viviamo, resta il vuoto e la nostalgia per quello che abbiamo perso o per quello che abbiamo desiderato di avere senza mai raggiungerlo.

Quello che resta

di Francesco Casali

Libro "Quello che resta" di Francesco Casali
  • Casa Editrice
    Koi Press
  • Dettagli
    316 pagine
  • ISBN
    8898313128