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Se aspirassi ad essere Robert Redford, mi raddrizzerei gli occhi e sistemerei naso e finirei come ogni altro attore pessimo, con due battute su Kojack. Ma in questo modo sono una curiosità.

Sono rigorosamente della classe operaia, allora ed ora. La differenza è che prima salivo su un autobus, andavo a lavorare in una fabbrica e tornavo di sera nel mio appartamento. Ora ho una casa più grande, e vado a lavorare in una Rolls. Ma sto(…)

Io ho sempre scelto film difficili. Se non sono difficili, non mi stimolano.

Nel costruire un personaggio mi ispiro alla realtà delle cose, anche se i gesti non vanno riprodotti in modo meccanico, ma reinventati e poi espressi in un linguaggio che tutti possono comprendere. Cioè trasporto i gesti, i movimenti, i tic che(…)

Non ho mai avuto interesse a stabilire record, nel senso di poter dire vantandomi: riesco a fare tanti film l'anno... Basti pensare che io, in tutto, cioè in trentanni di attività, ho interpretato solo una sessantina di film. Il mio ideale sarebbe(…)

Il cinema di Moretti è per me una sorta di paradigma di ciò che il cinema non deve essere. Non amo il suo minimalismo, il suo frammentismo, il suo autobiografismo; detesto la sua studiata (ma non per questo meno deprimente) sciatteria formale, il(…)

Credo che molti scrittori si sentano come degli attori frustrati, quando cercano di riprodurre la voce di un personaggio sulla pagina.

Ho ancora voglia di fare l'attore. Resta solo da vedere se mi sarà permesso farlo. Ci sono solo un certo numero di muri contro cui sono disposto a sbattere la testa.

Non ho mai scritto a casa, né soggetti né sceneggiature. In casa riesco solo a scrivere articoli, ma per i film devo andare in una stanza d'albergo.

Io sono il primo spettatore dei miei film, il primo che si inietta il virus pauroso nelle vene. Perciò penso che tutti i miei film siano autobiografici e dentro ci sia buona parte della mia vita privata, dei miei sogni, dei miei terrori, delle mie(…)