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Il cuore vuole sempre la parte sua nelle operazioni dell'intelletto.
Amiam, che i dì son brevi; | Un giorno senza amor, | È giorno di dolor, | Giorno perduto.
Ha cuor villano, e libertà non merta | chi l'amico lasciò nella catena.
Del color non dipende | Degli occhi la bellezza, | Ma sol dalla dolcezza | Che da lor piove e scende.
Ben di senso è privo | Chi ti conosce, Italia, e non t'adora.
Oltre il rogo non vive ira nemica.
Un amor senza stento | Invita al tradimento; | E una rosa d'aprile | Quattro volte odorata | Perde il suo bello, e vile | Sen muore al suol gittata.
Sillaba di Dio mai si cancella.
L'ira di Dio su te mormora e rugge, | O Italia, o donna sonnolenta ed orba, | Sanguigno il Sole le fresch'aure adugge, | L'aure, che il lezzo di tue colpe ammorba.
Amor vince ogni cosa, e i cuori amanti | Spoglia d'ogni più indocile austerezza, | Sian Cannibali, o Traci, o Garamanti. | Egli per tutto si ravvolge, e sprezza | Ogni riparo, e variando toglie | Alle cose create la rozzezza.
Del cammin della vita io non passai | Pur anco in mezzo: ma finor s'io vissi | Sol fra gli affanni, ho già vissuto assai.