Quando la confusione è ingestibile esco da me stessa ed esamino ogni cosa da spettatrice che si trova per caso a passare da lì, ed è così che trovo le soluzioni, a volte, ma sempre riacchiappo quel sottile filo conduttore sul quale continuo incredibilmente a mantenermi in equilibrio, e allora penso che quello non è un filo, è un cavo d'acciaio