2 Marzo 2003

Si svegliava alle due del mattino
per prepararsi il caffè,
fumava una sigaretta,
poi tossiva.
Una pastiglia ancora e tornava a dormire.
I settimanali di dieci anni prima
passati dalla vicina di casa.
A volte anche da soli ci si fa compagnia.
Il balcone pieno di fiori, nei cassetti indirizzi che non ho mai capito.
Il mio pallone rimbombava nel cortile e promettevo davanti all'affresco del leone: "UN GIORNO SARAI FELICE".
Nel letto dell' ospedale del suo paese,
quello dei malati terminali ai quali spesso fece visita, consapevole di morire,
mi chiese se stavo bene.
Al suo capezzale,
dopo due settimane,
trovò la forza e la coscienza per darmi l'ultimo bacio.
Questo è amore.
Il resto è necessità di riproduzione.