A coloro che non verranno

Non siete venuti e forse mai verrete a questo punto.
Siete come le stagioni di mezzo nel ciclo delle stagioni:
un ricordo che si perde nella lontananza.
Noi siamo i sopravvissuti a cui i tempi bui han divelto occhi e voce.
Disperiamo in chi verrà perchè siamo i senza dio e
perchè noi saremo anche domani e dopo ancora.
Sappiamo dell'uomo che ha superato se stesso e ci siamo indignati
e cosa potevamo noi e come potevamo noi
a cui i tempi bui han divelto occhi e voce
vedere e sentire le urla di corpi smembrati, rasati, orinati, deflorati, stipati
e chirurgicamente spiantati.

Siamo i depredati in un mondo di bancarottieri
che mondo è quello in cui viviamo dove il principio di carità è
al servizio del principio di efficienza.
Altri verranno dopo di noi a nostra immagine e somiglianza,
numeri nella numerazione infinita delle cose,
di noi e di loro non ci sarà traccia in un mondo inospitale a noi.

Ma lasciamoci alle spalle le malevoglie che l'eterno ha piantato quasi per gioco
di noi i senza storie,  naufraghi del mondo nuovo, a cui niente è dovuto e nulla dobbiamo
non si ha da disperare dell'acciaio nell'anima se non si hanno corpi ospitanti
ci avete comandato l'impercettibile agonia  come cura del vostro sistema di comando
ci avete piagato il cuore a rimedio della vostra insaziabile disumanità
noi a cui i tempi bui han divelto occhi e voce
siamo a ridosso del buco nero della volontà
in attesa del vento che ci sospinga oltre.