Albero antico

Fra grovigli di ricordi, messi alla rinfusa,
riacciuffo quello che fa al mio caso, or ora,
che sovviene alla mia, ancor vispa, mente,
nell'osservar la foto dell'albero presente.
Rimembro l'albero mio, alla vigilia natalizia
che, da bambina, mi pareva una delizia.
Ed era vero, maestoso e gigantesco,
con il puntale, arrivava a toccare il soffitto,
come fosse stato il cielo.
Profumo d'abete, a festa, agghindato,
di svariati e colorati gingilli, addobbato,
catene dorate, di forge e decori adornate,
dolcetti di zucchero e fine cioccolato,
palle di vetro, vero e luccicante,
che non rotolava, né rimbalzava,
altresì frantumava, se, a terra, ahimè, cadeva.
Albero antico, che donava euforia e gaiezza
in quella casa di gente sì umile e senza pretese,
che, a Natale, di luce, s'arricchiva veramente,
rendendo una piccola bimba ansiosa e felice
d'aspettar la Notte, dell'anno, più speciale,
sì magica e festante, quella del Santo Natale.
Famiglia riunita intorno al focolare,
ad appagarsi soavemente il cuore.