Alle 3:33

Notte fonda, ed io
attendo, fermo nel mio
giaciglio, il buio mi avvolge
ma gli occhi non cedono
al peso delle arti di Morfeo.
Il corpo è pur si macroscopicamente
fermo, ma io lo sento che trema
percorso e percosso da violente fitte
di rabbia e di rancore, che salgono
dal basso su, rapide come fiamme
e implacabili come mastini, fino al cervello.
Per quanto ti ami, mio dolce amico,
questo corpo non sarà tua lieta
dimora fintanto che non sarò calmo.
Di già fuori la notte inizia
a cedere il passoal giorno,
s’è fatta ora di alzarsi,
s’è fatta ora di aprire gli occhi.