Angusto serpente

Fogli bianchi

stesi silenziosi affranti

muti

Muta è la mente

fra pensieri stanchi

Particole pazze

paranoie nei ventri

‐ vite galleggianti ‐

Che accade a questa gente

che morde se stessa

‐ angusto serpente –

rivolta il proprio sangue

ne sputa quando langue

Così ama così odia

così se stessa mangia

E nel terror di vita sua sprecata

all’altra gente grida: ingrata!

Ché se cieco

il dolor è di se stessi

ogni onda d’amor

l’ego malato stressa.