Confidenze

Bologna mi mangia da dentro le vene, ma c'è chi mi costringe a restare, tra lo smog delle strade ed il freddo che viene e non so più che cosa fare.
Tra i corsi confusi, i caffè al bar la mattina per cercare di stare più sveglio, tra i pensieri e le parole non detti che graffiano dentro come un artiglio, tra i panni sporchi da lavare ed asciugare e poi la spesa lasciata da lei, da lei che s'è presa persino il mio cuore e poi anche il resto oramai...   E non c'è soluzione o non la voglio cercare, perche farà male, mi han detto, così sono qui che penso ai momenti, a quel letto, al viaggiare, ed intanto aspetto un segnale, un messaggio, un credibile gesto che con sicurezza mi faccia capire una cosa o anche l'altra: che non ha importanza, cerco soltanto di non affogare. Mi servirebbe un punto d'appoggio, dove restare a guardare il mondo la fuori dove seduto, ammirare il paesaggio e sognare di non cadere in errore.   Lo cerco e non lo trovo nei gesti quotidiani, negli sguardi e nelle mani, non lo trovo tra i colori, tra i pennelli, ne tra i sogni ed i cuscini, ...aspetto domani. Aspetto che venga a prendermi qui quel silenzio immenso che non sappiamo, che mi porti dove c'è tutto come sogniamo e come vorrei, e tutto quel che amo.  Aspetto e lascio che mi passi sopra quest'umore di tristezza e di malinconia, aspetto lei, me, noi e gli amici... intanto fuori c'è l'odore di kebab e polizia.   Intanto fuori... intanto noi, mentre passan gli studenti e le manifestazioni, noi seduti, qui quasi dormienti, sotto un cielo senza più emozioni...
ho da confidarti questo, ma ho paura, (come del resto, anche di tante altre cose) che svaniscano i fiori che ci sono qui adesso, ma come vorrei che fossero rose. Ho da confidarti questo, ma ho sentito dal vento che non è il caso o il momento: cosi confuso torno a casa, senza senso ancora un giorno ho passato non capendo.