Danzare con la Noia

Nell'oscuro regno della noia, silente e sordo,
si cela un mistero che sfida la mente,
un'arte nell'amministrare il vuoto,
tra lentezza e il tempo dilatato, persistente.

Gestire la noia, come navigare un mare calmo,
richiede sapienza e pazienza di cuore,
dove l'esperienza si fonde con la comprensione,
e la riflessione diviene un faro nel dolore.

Quando? Nei momenti di quiete e inerzia,
dove la mente si avvolge in un velo grigio,
e la pazienza abbraccia la sua essenza,
sotto lo sguardo tollerante del mio.

Dove? Nell'intimo labirinto dell'animo umano,
dove la civiltà si confronta col nulla,
e la spiritualità cerca un senso,
in un conflitto agonistico che si annulla.

Perché? Perché la noia, malinconica compagna,
è spazio di confronto con l'intelletto,
è naturale, fisiologica, deficienza,
che chiede umiltà nell'attraversarla in questo letto.

Morale:
Nella gestione della noia, l'essenza sta
nell'accettare l'oscuro come parte di noi,
poiché solo nella comprensione e nella tolleranza,
scopriamo che la noia può condurre a nuovi e inaspettati giri.