Eri appen sbocciato fiore

Eri appen sbocciato fiore,
sul bel viso era il candore;
campeggiavi accanto al giglio
quinto lume di me figlio.

Al galoppo corre il tempo,
e si sperde come il lampo,
ma con gli anni resti quella
qual lucente in cielo stella.

Cuore nobile e verace,
mente linda e perspicace,
lesta in far svelta nel dire
sei paziente nel patire.

Per le doti mal cantate
di scadente, vecchio vate,
non capace a miglior dono
a te vo’chieder perdono.

Non mi scuso e t’assicuro
che il mio dire è vero e puro
e nel cuor malato e triste
dir migliore non esiste.

Tuo splendor non è mutato
perché in petto è imprigionato,
nostro amore mai è svilito
ch’esso è in te per l’infinito.