Giorno (I Mattina II Pomeriggio III Sera IV Notte)

I)
S'alza il giorno, piano, dal mare,
sanguinando, canta per il maestrale,
le rondini e i gabbiani si risvegliano nei nidi,
s'ergono nel cielo le grida picchiettanti
delle loro fragili podestà.

Il sole, assopito dalla sua gran dormita,
ora picchia il tetto della civiltà evoluta,
le banche ed i commercianti riaprono i cancelli,
s'alzano nel cielo, dei bimbi e dei fringuelli,
i canti di gioia o di fame di già

II)
Il sole or morde le nuvole, ma
di mille applausi ora è colma la città,
e sale dal mare e dal vento,
entra nel petto un odore
e non lo puoi cacciare via
con un solo bicchiere.

Danzan le onde con agilità,
rifocillate da tanta acqua,
la rondine ed il gabbiano
ora volano al loro nido,
i pensieri lasciati nell'aria
son specchi che sanno di vino.

III)
Attende il pomeriggio, la sera, a salutar
e s'ingiallisce il cielo, piano, il vento sta a cantar,
nell'aria rifiorisce il tramonto di già,
s'accascia il giorno fiacco sopra la città.

La sera sta arrivando, rientrano al casal
i padri dal lavoro, le mamme a rifiatar.
I letti si rimboccano per i figlioletti,
s'accendon le candele, del vino e dall'amor!

IV)
Cosa riserva la notte, chissà,
si vedon gia lontani nell'ombra
mille voci che nel vento s'alzeran!
E vino nero e canti e tamburelli:
anche la morte stanotte paura non fa,
anche la morte questa notte paura non fa!

Ma cosa riserva la notta chissà...
si perde nell'ombra il mio desiderio,
nel vino scuro, il mio disire, si perderà!
E Tu smettila di entrare nei sogni miei,
perchè anche stanotte mattina poi sarà,
perchè anche questa notte mattina si farà!