Il Natale

Suono giunge indistinto in lontananza
e poco a poco parmi che s'avanza.
M'accosto lentamente alla finestra,
le flebil note annunciano un'orchestra.
Dal cielo a fiocchi lenta cade la neve
e su ogni cosa posa piano, lieve
mentre l'orchestra sempre più vicina
di Cristo ci ricorda e di Maria Regina.
Le dolci note sono della zampogna
che a valle scende giù dalla montagna,
accompagnata dal suon della chitarra
ci dice che Gesù è sceso in terra.
Il manto bianco a vista si disperde
e tutt'intorno ha ricoperto il verde.
Il vento porta il mugolio del cane,
il tocco festoso delle bronzee campane.
La mamma ruota in casa indaffarata
a preparar frittate e pignoccata,
a friggere baccalà nella padella
e lenticchie a condir nella scodella.
Per la famiglia questa è la gran festa;
tutti siam dentro:Il nonno in testa.
Nella modesta casa a due stanzette
siam tutti intorno al fuoco:I diciassette.
Ora si sente il sibilo del vento
quasi fosse dell'orchestra altro strumento;
la zampogna prosegue il suo cammino
e noi contenti intorno al tavolino.
Quel che di questa festa è più importante
è la serenità che intorno spande.
Nel cuor d'ognuno cessa ogni doglianza
poichè pervaso di dolce speranza.
Di tutte le ricorrenze è la più grande
ed è per l'Universo la più imponente
giacchè di quest'oggi è la lieta novella
del Redentore nato in una stalla.
Richiamati dai delicati canti
degli Angeli del cielo scesi gaudenti
lo venerano i pastori trepidanti
e i re magi del lontano oriente.