In uno spazio chiaro

Chiedi,
appartengo al buio
e al suo tocco
lieve d'ossidiana fredda,
mi competono lo scintillio degli atomi
e il foglio nero,
l'approssimarsi
della folla dell'insonnia
e il muro crepato che
non smette di essere vuoto.
Al chiarore, per restare
ho bisogno di un giuramento
ogni volta terrifico e reale,
il giorno mi sopporta
quanto io sopporto la sua promessa della fine,
ma sono bianca come
una maschera sospesa,
sistemata in uno spazio chiaro,
forse in un cassetto.
Così, per dire
come si dice del tempo,
quello che il cielo manda
quello che è troppo o troppo poco,
quello che scava e le parole non sanno.