In viaggio verso Praha

I campi sterminati estesi a perdita d'occhio,
dentro boschi più segreti nasce lentamente il muschio.
Le zolle brulle e la neve imbianca i terreni,
mentre il vento soffia greve e fa ballare i pini.

Alte le montagne e alte le cime bianche
spaccano il cielo, la, immobili e stanche,
e le nuvole che corrono, inventano figure,
e mille faccie scopri, mille volti da inventare.

Il cielo piange, innaffia le strade, il cielo si fa grigio,
lento il viaggio rotola incontro al pomeriggio.
Cerco un riflesso, oltre lo specchio del pullman che va
cerco un sogno, spesso, però, mi rapisce la realtà.

I tuoi fianchi e i tuoi occhi, chissà che cosa sognano!
I tuoi fianchi e i tuoi occhi, ancora una volta mi prendono!

Grida la piazza colma di gente, grida e non dice niente.
Si nasconde il timido sole dientro le nubi e ai monumenti.
Un bicchiere di vino caldo, un panino mangiato in fretta e in furia.
Si perdon le orme dentro l'asfalto e il vento intanto infuria.

Si perdon le goccie, si perde ancora questa gioventù,
dentro le feste, dentro ai pub, si perde e non torna più.
Oppure torna un attimo fuori a vedere le stelle, poi
rientra dentro a reimmergersi placida nei sogni suoi!

Si perdon le storie, i racconti passati, i litigi e gli amori,
si perdon le vite, il vino, gli ingrassati, gli amici e i dolori,
Svaniscon gli sbagli, le difficoltà, le grida e le serenate e le notti
ma son così belli i tuoi occhi chiusi e son belli i campi incolti!

I tuoi fianchi e i tuoi occhi, chissà che cosa sognano!
I tuoi fianchi e i tuoi occhi, ancora una volta mi prendono!

Corre il tempo, corrono i giorni, incalzan prepotenti le ore,
ma non li lava neppure la pioggia, la tua immagine ed il colore
dei tuoi abbracci, delle fotografie, dei sorrisi, dei cappotti imbevuti!
E non li spazza via neanche il freddo, i baci dati e quelli voluti!

Corre il tempo ed è quasi ora di tornare, è quasi ora del dispiacere,
del lasciare tutto quello che si è visto e ascoltato, ma c'è ancora da bere.
E si affoga nella schiuma della birra d'oro tutto quanto, e tanto
tornerò a vivermi addosso col permesso di un rimpianto.

Ma i tuoi silenzi fanno male come una volta ed io sono stupido come all'ora,
anche se non mi sveglio piu alle quattro e non aspetto più l'aurora.
Ma credimi io ci spero ancora in tuo abbraccio, io ci spero ancora
al vederti volare leggera, come una signora, una Dea o semplicemente...