La cena

Siete venuta
alla mia porta,
signora,
avete lasciato
piccoli pezzi di carta,
scritti
da pugno appassionato,
e un cencio
in cui avete avvolto,
tre dei vostri
capelli di fiamma,
supplica,
di pelle malinconica.
Nel covo di fieno,
nobildonna,
mi avete attirato,
siete venuta,
senza ricchezza,
ne superbia,
vi siete tolta,
gli orecchini di perla,
guardandomi,
con occhi lucidi,
come acquemarine,
mi avete spogliato,
baciandomi disperata,
facendomi ospite,
del vostro cibo,
scarnandovi
di ogni prelibatezza,
con si tanto trasporto,
che neanche le campane
del vespro,
hanno potuto entrare,
al di là,
della soglia,
di quest'ultima cena.