Le cicale.

Le cicale sono morte.
Me lo ha detto Maria Carla questa sera.
Le ho domandato: “ Sul serio?”.
“ Si – ha risposto lei – è Novembre!”
Aveva un paio di occhi compassionevoli.
Come quando si sta parlando con un bambino.
Non potevo crederci.
“Lo scorso Luglio, a quest’ora, facevano un baccano infernale!”
“ E’ vero, anche a me piaceva il loro baccano. Mi dava la certezza che l’indomani ci sarebbe stata una magnifica giornata!”
“ E ora – dissi  ‐  sono morte!
“ Si – disse Maria Carla – morte!”
“ Magari sono da qualche parte al calduccio che aspettano l’estate!”
“ No, amore mio! Il loro ciclo vitale è finito. Hanno lasciato le ninfe che genereranno nuove cicale nella primavera. “
“ Cosa sono le ninfe?” – chiesi.
“ I piccoli, le larve di cicale, i bambini!” – rispose ridacchiando.
Guardai dentro il camino la legna che bruciava. Quei ceppi li avevo tagliati io e me li ero  portati sulle spalle fino alla legnaia.
Fuori pioveva.

Maria Carla mi sorrise ancora e, lentamente, si addormentò.
Anche il mio cane dormiva.
Rimasi solo con il camino.
Emanava una luce strana.
Mi avvicinai ad esso per godermi il caldo.
Domani sarebbe stata un’altra giornata di pioggia.
Alzai la testa per ascoltare meglio il rumore dell’acquazzone sul tetto di ardesia.
Poi, attraverso la finestra, lanciai uno sguardo agli ulivi.
Le cicale sono morte!– dissi ad alta voce.
Il mio cane aprì un occhio.
Presi Maria Carla in braccio e la portai a letto.
Hal