Lucidamente

Io ricordo
di essere stata
lucidamente pervasa,
attinta alla stessa misura
della notte e del suo silenzioso viaggio,
rimescolata alle essenze del giardino,
ai suoi imperversi colori inimmaginati,
attentamente scaturita dall'acqua piovana,
dal suo ristagno anche,
dalla goccia, certo.
Che dire anche
delle pietre e dei minerali
portati alla solitudine
e non solo immobili,
scavati dall'essere e da mani,
e le mie mani tinte dalle medesime tracce
di terre confluite
e libere ma oppresse dai cieli.
Mi solleva dal petto
da dentro il petto,
anche il più lontano richiamo
e sono tutti i richiami,
e sono lucidamente
nascosta nelle voci,
pervasa‐scaturita,
liberata dai padri
e dalle pietre lungo le acque.