Luna

Un giorno forse imparerò che la felicità è la linguaccia
di fuoco che amministra le sterpaglie, un coro di piume
sui rami, buste di ali che fanno spese nel cielo.  E
pozzanghere e fossi e salti senza cadute.
Un giorno, forse. Intanto perdonate il mio guasto,
l'assenza di remi, le pozioni d'amore a catafascio
nel petto, il macchinario disturbato, la perdita
di ovvio, l'ingranaggio svenduto, la molla morta.
Un giorno non falsificheranno il mio cuore ma
prenderanno l'impronta della mia anima forse
per farne una parabola da non imitare.
O  forse per dire: " Così è come non si dovrebbe
essere, limate la punta che le somiglia, se mai
vi dovesse spuntare, che da lì viene l'ago che tutto avvelena".