Mio Madou

Mio amato Madou,
ti ricordo nelle campagne,
a raccogliere tabacco,
bruno e alto,
coi calzoni scuri,
la sigaretta
ti bruciava le labbra.
A mezzogiorno,
poggiavi la testa
sul mio grembiule a stampe,
ti accarezzavo la schiena,
per poi premere follemente,
la mia mano contro le labbra,
sentendo con eccitazione,
il sapore d'erba tagliata,
mescolato alla pelle di un uomo,
di cui sognavo notti intere,
agitandomi nelle lenzuola
spesse e ruvide come le sue mani,
fatte di noce e di sordidi nascondini.
Eppure tu non sei mio,
tua moglie ti spoglia alla sera
a lei stringi i polsi ogni notte,
mentre le fai l'amore,
intanto che io,
sotto alla tua finestra,
piango margherite,
sperando che il loro profumo,
ignanni la tua vista,
ricordandoti,
i nostri pranzi nascosti,
nei campi bruciati dal sole,
quando la bottiglia di vino,
ruzzolava per terra,
bagnando le mie ginocchia
di sapori forti.