Nelle Tenebre dei Fori

Nella mente che trema, un vortice si insinua,
Un'angoscia silenziosa, come serpe che si avvolge.
Piccoli fori, infiniti, si aprono come abissi,
Un mare di puntini, fitti come semi di papavero.

Lo sguardo si impiglia, prigioniero di quel reticolo,
Un'irresistibile repulsione, un brivido che sale.
La pelle si arrossa, come punteggiata da bruciature,
Il cuore batte forte, un tamburo inarrestabile.

Fori su fori, un paesaggio lunare,
Un panorama di vuoti, un'infinità di nulla.
La mente cerca vie di fuga, ma non ne trova,
Intrappolata in quel labirinto di puntini, senza via d'uscita.

Un fiore di loto, con i suoi petali a nido d'ape,
Un alveare ronzante, un cielo stellato.
Immagini innocue, ora diventate torture,
Simboli di un terrore che non ha nome.

La tripofobia, un fardello invisibile,
Un'ombra che segue, un mostro che sussurra.
Come sfuggire al suo sguardo accusatorio?
Come liberarsi dalla sua morsa soffocante?

Forse solo la comprensione può portare sollievo,
Capire la natura di questa paura, accoglierla senza giudizio.
Imparare a convivere con i puntini, a guardarli con occhi diversi,
A trasformare la repulsione in accettazione, la paura in curiosità.

Un viaggio lungo e tortuoso, ma non impossibile,
Verso la guarigione, verso la libertà.
Un passo alla volta, fuori dall'ombra,
Alla luce della consapevolezza e dell'amore per sé.