Orchestrali della mente

mi ricordo di un viaggio in treno,
delle nostre vite normali
e di come i pensieri rincorrevano
come in un gioco
il passaggio di alberi,
pali, tralicci, accomunati
e confusi nella fretta di sparire.

tra una stazione e l’altra
gli orchestrali della mente
richiedevano ossigeno
per poter nuovamente scherzare
nella successiva corsa.

guardavo fuori dal finestrino
e mi dissolvevo nel labirinto
dei sogni sciupati, persi
e poi raccolti, chissà,
da qualche sbadato,
che trovandosi lì per caso,
avrebbe, forse, risolto
il proprio rebus.